L’ETA’ DELL’ACQUARIO E LA PROFEZIA DELLA PIRAMIDE (terza parte)

In effetti, allorchè Davidson propose il suo studio e la sua interpretazione del messaggio delle piramidi, -nel 1925-, già era stata prospettata l’idea di uno stato ebraico in Palestina, anzi per l’esattezza uno stato arabo-ebraico, nella cosidetta “dichiarazione Balfour” del 1917, così chiamata dal ministro degli Esteri inglese che la formulò. Dalla fine del’800, a causa del diffondersi da un lato del nazionalismo ebraico, il “sionismo”, sostenuto da un gruppo di intelettuali ebrei (tra i quali si distingueva il giornalista T.Herzl, loro capo indiscusso), che propugnava la ricostituzione di una entità politica degli Israeliti, con la quale avrebbe dovuto rivivere l’antico stato ebraico; dall’altro della recrudescenza di antisemitismo in Europa, specie in Germania e in Russia, era iniziata l’immigrazione ebraica in Palestina, allora sotto la sovranità ottomana (1) Tale immigrazione aumentò considerevolmente  allorchè questa terra con i trattati conclusivi della prima guerra mondiale, -in particolare con il trattato di Sévres, firmato il 10 agosto 1920, con il quale furono decise le sorti dell’ex-Impero Ottomano,- fu assegnata al governo britannico, che, come abbiano detto, si era espresso ufficialmente in favore dello stato ebraico. Da qui la contrarietà della popolazione palestinese a quella che appariva sempre più un’invasione di genti che turbavano in maniera profonda gli equilibri etnici, sociali ed economici della Palestina e mettevano in discussione la loro stessa proprietà dei territori. Per tale ragione, prevedere una guerra nel Vicino Oriente provocata da questa situazione non era poi molto azzardato, anche se negli anni ’20 non si erano ancora verificati dei veri e propri scontri armati tra Arabi ed Ebrei, come sarebbe avvenuto negli anni ’30 e ’40, quando con l’intensificarsi dell’immigrazione ebraica a causa delle persecuzioni naziste aumentò l’insofferenza della popolazione autctona palestinese nei confronti dei nuovi venuti, i quali, secondo loro, pretendevano di comandare nella loro terra.

Ed in effetti si deve osservare che la nascita dello stato di Israele, sebbene giusta nei principi, ebbe il difetto di essere stata concepita e realizzata nell’ambito di una concezione sostanzialmente colonialistica, decisa solo da e fra paesi europei -che forse in tal modo intendevano scaricarsi la coscienza per le angherie che per secoli avevano inflitto agli Ebrei (mentre in genere negli stati arabi e islamici vigeva un regime di larga tolleranza nei loro confronti) e nello stesso tempo garantirsi con il nuovo stato israeliano un avamposto nel Vicino Oriente-, senza cercare l’accordo nè con la popolazione palestinese, nè con gli stati arabi, con i quali pure la nuova entità politica avrebbe dovuto convivere (2).

Il 1953, che secondo l’analisi di Davidson e dei suoi seguaci concluderebbe il tragico periodo di 17 anni significato dalla “Camera del Re”, è l’anno nel quale ebbe termine la guerra di Corea. Essa era iniziata il 25 giugno 1950, allorchè l’esercito della Corea del nord varcò il confine con quella del sud scatenando un aspro conflitto che provocò l’intrvento dell’ONU, su mandato del quale gli USA ed altri paesi si schierarono a difesa della repubblica sud-coreana.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la Corea era rimasta sotto l’occupazione sovietica a nord e sotto quella americana a sud; il confine tra le due zone di occupazione e di influenza era (ed è tuttora) il 38° parallelo nord (un confine quindi del tutto convenzionale e artificiale). In teoria il paese avrebbe dovuto riunificarsi in breve tempo, ma la situazione creatasi con la “guerra fredda” tra USA e URSS (che già si era andata delineando ancora prima della fine del conflitto mondiale) e la fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949 fecero sì che quel confine divenisse definitivo e che si costituissero due stati: uno a nord filo-sovietico e un altro a sud filo-americano.

Questa guerra per molti aspetti può essere vista come un’appendice dalla seconda guerra mondiale da poco terminata, non perchè i contendenti fossero i medesimi, o potessero essere considerati i loro successori, ma perchè nata dagli strascichi del modo con il quale si era conclusa la guerra in Estremo Oriente (dove tra l’altro le alleanze e le belligeranze non corrispondevano esattamente a quelle dei teatri di guerra europei e africani, -ad esempio Giapppne ed URSS non erano in stato di guerra, ed anzi il Giappone aveva compiuto dei tentativi, risultati vani, per ottenere una mediazione russa onde poter evitare l’onta della resa incondizionata agli USA-), vale a dire con una serie di occupazioni militari da parte dei paesi ex-alleati, ma che già subito dopo la fine del conflitto avevano mostrato di essere divenuti nemici. Inoltre, a differenza di quanto sarebbe accaduto per la ben più lunga e devastante guerra del Vietnam, vi fu una ampia partecipazione internazionale al conflitto, poichè accanto alle forze militari degli USA -peraltro di gran lunga le più consistenti-, si schierarono altri 17 paesi membri dell’ONU, su mandato del quale la guerra fu ufficialmente combattuta (sebbene in realtà soprattutto per difendere gli interessi e le posizioni strategiche degli USA in Estremo Oriente). La guerra di Corea si concluse anch’essa con un armistizio, -e non con un trattato di pace-, firmato il 27 luglio 1953, con il quale si confermava lo “status quo antea”, vale a dire la divisione della Corea in due stati.

Potremmo quindi sintetizzare le guerre avvenute durante i 17 anni corrispondenti alla lunghezza della “Camera del Re” nel modo seguente:

1) GUERRA CIVILE DI SPAGNA, durata 3 anni (17 luglio 1936 – 1 aprile 1939), combattuta da nazionalisti -sostenuti da Germania e Italia- contro socialisti-comunisti -sostenuti (diplomaticamente) dall’URSS e da volontari provenienti da vari paesi europei-;

2) SECONDA GUERRA MONDIALE, durata 6 anni (1 settembre 1939 – 2 settembre 1945), combattuta tra: Germania, Italia, Giappone e alleati minori da una parte, e Gran Bretagna, USA, URSS e alleati minori dall’altra (3);

3) PRIMA GUERRA ISRAELO-PALESTINESE, durata circa un anno (14 maggio 1948 – 20 luglio 1949 -armistizio con la Siria-), combattuta da Israele contro i paesi della Lega Araba (Egitto, Giordania, Libano, Siria, Iraq);

4) GUERRA DI COREA, durata 3 anni (25 giugno 1950 – 27 luglio 1953), combattuta tra: Corea del Nord, sostenuta dall’URSS, conro la Corea del Sud, sostenuta da USA e alleati (nell’ambito del mandato ONU).

Da questo schema si può osservare come due guerre, durate 3 anni ciascuna, aprano e chiudano questo periodo; anche se questi conflitti sono assai diversi, presentano invero delle innegabili analogie: entrambe furono combattute all’interno di una nazione, e si possono dunque considerare entrambe “guerre civili” (per quanto l’espressione “guerra civile” a me sembri un ossìmoro amaramente sarcastico: che ci può essere di meno “civile” di una guerra?), in ambedue si manifestò, oltre a una lotta spietata per il potere, un conflitto e un odio ideologico assai forte e caratterizzante (benchè spesso maschera di più sostanziali conflitti politico-economici).

Le proprzioni della piramide di Cheope riprodotte nell'espansione anteriore dello "scendit", l'indumento che cingeva i fianchi degli uomini nell'Antico Egitto.
Le proprzioni della piramide di Cheope riprodotte nell’espansione anteriore dello “scendit”, l’indumento che cingeva i fianchi degli uomini nell’Antico Egitto.

Inoltre possiamo notare che il punto centrale di questo triste periodo, esattamente a metà tra le due date con le quali comincia e finisce (17 luglio 1936 – 27 luglio 1953), vale a dire l’inizio del 1945, coincide grosso modo con l’esaurirsi della guerra in  Europa -benchè la fine definitiva del conflitto con la resa del Giappone, sia avvenuta il 2 settembre 1945-.

Si aggiunga che se la guerra tra Israele e i paesi arabi scoppiò nel 1948, la tensione e gli scontri armati tra Ebrei e Palestinesi erano di fatto già cominciati da diversi anni; e che altri conflitti post-coloniali funestarono in quegli anni molte parti del mondo, soprattutto in Asia, (scontri tra Unione Indiana e Pakistan dopo l’indipendenza dell’India; guerra di liberazione contro il dominio coloniale francese in Vietnam, ecc.), così che gli anni 1936-1953 costituiscono nel loro insieme un grande, lungo periodo bellico.

Tutto questo potrebbe essere considerato una semplice coincidenza; ma indubbiamente è alquanto singolare che il periodo indicato dalla profezia sia stato davvero altamente tragico e abbia coinvolto il mondo intero, soprattutto tenendo conto che la versione di David Davidson fu espressa più di 10 anni prima dell’inizio di questi luttuosi eventi. Si potrebbe obiettare che anche in seguito la storia dell’umanità continuò ad essere contrassegnata da sanguinosi conflitti, nei quali spesso, almeno fino agli anni ’80 del XX secolo, si manifestava lo strisciante confronto tra USA e URSS; ma nessuno, fino ad ora, per entità delle distruzioni provocate, e soprattutto per il numero delle nazioni e delle popolazioni coinvolte, può essere paragonato alla seconda guerra mondiale, della quale le guerre di poco precedenti e seguenti possono essere considerate prologo ed epilogo.

Mentre secondo Davidson la linea cronologica nelle quale si sviluppa la profezia finisce all’estremità della “Camera del Re”, al dire di altri studiosi (quali Graham Hancock, Robert Bauval ed il sensitivo americano Edgard Cayce, delle cui tesi riparleremo oltre nella nostra trattazione) asseriscono che tale linea continui verso l’alto attraverso la struttura architettonica che si innalza sopra la parete opposta della Camera. All’interno di tale parete sono visibili sette grosse pietre che si elevano in direzione della sommità della piramide; nella forma esse assomigliano, come abbiamo già accennato in precedenza, ad una pagoda a sei piani: cinque pietre con spazi interposti formano il pilastro centrale e le altre due pietre sono disposte ad angolo così che costituiscono il “tetto” a punta della strana costruzione. Le cinque pietre che costituiscono il “corpo” della pagoda sono fatte di granito rosa, mentre le due pietre in alto sono di calcare grigio. Gli spazi scanalati che intervallano la struttura centrale recano incisi dei geroglifici, uno dei quali è reputato essere il cartiglio del faraone Cheope, per cui la piramide è considerata la sua tomba. A questo punto, lo sviluppo cronologico dal livello del terreno, -dove siamo giunti al 1953-, si allungherebbe in verticale, fino alla sommità della “pagoda”, la quale dovrebbe segnare l’anno 2033.

Un altro “piramidologo”, Kirk Nelson, sostiene poi che le sette pietre che si elevano al di sopra della “Camera del Re” rappresenterebbero i sette “chakra” -ovvero i centri energetici del “corpo eterico” secondo la concezione antropologica e la “fisiologia mistica” espresse nell'”Hatha Yoga” induista-:Chakra1 le cinque pietre di granito rosa corrispondono ai “chakra” inferiori, mentre i due blocchi di calcare grigio che formano la sommità indicano la ghiandola pituitaria (ovvero l’ipofisi) e quella pineale (l’epifisi), che si legano ai “chakra” superiori, nei quali si manifestano le qualità spirituali. Inoltre, gli attributi architettonici della costruzione a pagoda mostrano diverse date future che rivestono una particolare rilevanza., legate agli anni 2012, 2020 e 2033.

L’anno 2012 corrisponde ad un’intaccatura sul fondo della quarta pietra. Questa data coincide con la fine del calendario Maya (che termina, -come è ben noto, dato che se ne è parlato assai negli ultimi tempi- il 21 dicembre 2012) e dovrebbe quindi preannuciare l’inizio di una nuova era, o quanto meno di un periodo di cambiamenti.  L’anno 2020 corrisponde ad un’altra marcatura trovata sulla sommità della quarta pietra. Se si accetta l’dea che le sette pietre della struttura che assomiglia ad una pagoda rappresentino i sette centri energetici, la quarta pietra è il chakra del cuore (chiamato in sanscrito “Anahata”): e dunque questa indicazione profetica contenuta nella piramide di Cheope ci fa sperare e ci addita come una meta, ardua, ma non irraggiungibile, che nel periodo tra questi anni, ovvero tra il 2012 e il 2020 il genere umano imparerà ad aprire il suo “chakra” colllettivo del cuore e a mettere in pratica le qualità dell’amore fraterno (speranza invero piuttosto fievole, a giudicare dalla situazione attuale, che non sembra andare proprio nella direzione dello sviluppo spirituale…).

L’ultima data riflessa nell’architettura della Grande Piramide è il 2033, che corrisponde all’apice della “pagoda” e al culmine della “Camera del Re”; poichè, come abbiamo cercato di illustrare nel nostro articolo, il percorso che si snoda all’interno della piramide altro non è che un “cronogramma” della nostra era attuale, è qui che il cronogramma, e dunque l’era attuale finisce. Potrebbe essere che dall’anno 2033 la percezione extrasensoriale, o piuttosto la percezione multisensoriale, sarà divenuta la norma, anzi che l’eccezione, e attraverso queste facoltà gli umani si imbarcheranno in un nuovo capitolo, si auspica meno doloroso e meno tormentato dall’avidità e dall’ignoranza, del loro cammino evolutivo. Potrebbe… ma purtroppo il continuo insorgere e aggravarsi di situazioni oltremodo rovinose e distruttive (dagli sconvolgimenti climatici alle pandemie, dalla distruzione degli ambienti naturali ai conflitti internazionali) con tutte le conseguenze potenzialmente catastrofiche per il nostro pianeta e per tutta l’umanità che ne derivano inducono a considerare questo “punto di arrivo” in modo tutt’altro che ottimistico!

Senza dubbio l’accuratezza della linea cronologica che si snoda nella piramide è affascinante: in essa vediamo chiaramente che le date che corrispondono alle sue caratteristiche architettoniche non rappresentano solo avvenimenti di enorme importanza storica, ma pure avvenimenti “minori”, ma il cui forte influsso sulla storia umana sarebbe stato riconosciuto in seguito, come la nascita del cristianesimo. Ma, tra quelle che si riferiscono ad eventi recenti, la data che più colpisce e impressiona è quella espressa dalla “Lamina di Granito”, ovvero il punto terminale della linea della pendenza della Camera Ascendente proiettata sulla superficie esterna della piramide. Tale data è quella del 17 settembre 2001: come abbiamo già avuto modo di osservare, essa coincide in maniera quasi esatta cone quella -l’11 settembre 2001- nella quale avvenne l’attacco terroristico alle “Torri Gemelle” di New York. Forse si potrebbe trovare un indizio sul vero senso di questa data fatale e del ferale avvenimento che in essa si verificò nel nome egiziano della camera, che si può tradurre come “la Sala del Triplice Velo”. Nel senso mistico un “velo” sta a significare una perdita di comsapevolezza che le anime subiscono quando si incarnano, così che la loro vista spirituale risulta offuscata. Mentre viviamo sulla terra, il velo fa sì che percepiamo soltanto l’illusione della realtà fisica tridimensionale, dimenticando la nostra vera natura e pensando a noi stessi come ad esseri fisici piuttosto che spirituali. L’iniziazione nell’anticamera insegnava a vedere oltre i veli dell’illusione della materia e a comprendere la nostra origine spirituale.

A giudizio del sensitivo E.Cayce e dei suoi esegeti, questo velo sarebbe simboleggiato anche dalla grande tenda che nel Tempio di Gerusalemme separava il “sancta sanctorum”, l’altare posto nei penetrali del santuario, al quale solo il sommo sacerdote aveva accesso, dal cortile esterno. Fu questa la tenda che, al dire degli evangelisti, si strappò nel momento della morte di Cristo, volendo così significare che con il suo sacrificio cadeva l’illusione che ottenebrava le menti e gli spiriti degli umani, ai quali veniva così mostrato di non essere dei corpi fisici, bensì delle entità spirituali. Sempre secondo i seguaci di Cayce, i “tre veli” potrebbero avere un nesso con i “tre giorni di tenebre” predetti da alcune altre profezie (4). Altri hanno pure ipotizzato che questi “tre veli” alludano ai tre attacchi che furono sferrati dai terroristi: uno sul World Trade Center, un altro sul Pentagono e l’ultimo sul volo 93 della United Airlines, il cui bersaglio finale avrebbe dovuto essere la Casa Bianca; altri ancora hanno pensato che nel “triplice velo” siano significati i primi tre giorni successivi all’evento, che furono ovviamenti caratterizzati da enorme sconcerto e sbigottimento, tanto da vedervi un preannuncio dell’imminente fine del mondo. Tali ipotesi, a mio modesto avviso, hanno però ben scarse probabilità di avere un qualche fondamento.

Per continuare il nostro discorso sui significati che sono stati attribuiti alle piramide di Ghiza, e sopratutto alla maggiore di esse, quella di Cheope, dobbiamo ora fare riferimento alla singolare figura di un sensitivo, ritenuto da molti uno dei più grandi, se non il più grande in assoluto del XX secolo, vale a dire Edgar Cayce (1877-1945), al quale abbiamo già accennato in precedenza. Costui diede una sua personale interpretazione del messaggio delle piramidi, che sarebbero opera degli abitanti di Atlantide, espressione della loro complessa civiltà, e molto più antiche di quanto non sia stato stabilito dall’archeologia, e per questo modificò, pur accettandole nelle grandi linee, le conclusioni alle quali era giunto Davidson. Occorre precisare che per Cayce, così come per diversi esoteristi dell’800 e del 900, ATLANTIDE non è da intendersi tanto come un ipotetico continente scomparso, ma piuttosto come una fase dello sviluppo umano, nella quale nacque e si affermò una grande civiltà di elevatissimo livello culturale e tecnologico, poi decaduta e scomparsa a causa della sopravvenuta incapacità degli Atlantidi, o Atlantidei, di governare e servirsi con saggezza dei poteri psichici e dei cospicui mezzi tecnologici dei quali disponevano. Da tale civiltà però, dopo un lunghissimo periodo di involuzione, sarebbero derivate, quando gli umani riuscirono a recuperare alcuni elementi del patrimonio di conoscenze, che in parte si era salvato dalla catastrofe ed era stato trasmesso per vie sotterranee, tutte le altre civiltà conosciute e studiate dalla storia, delle quali pertanto Atlantide sarebbe la madre.

Questa tesi, che Cayce ed altri avevano tratto dalle opere di Platone che parlano di Atlantide (in particolare il “Timeo” e il “Crizia”), era a loro dire confermata ed avvalorata anche dalla Bibbia, sia ove essa descrive, nella “Genesi” il “diluvio universale”, sia quando narra della costruzione della “torre di Babele”, in un brano che tramanda l’esemplare punizione inflitta alla superbia umana, aumentata di pari passo con una civiltà sempre più sviluppata e potente, ma dimentica del suo legame con la divinità, e che anzi aveva osato sfidarla.

Tuttavia dopo la caduta di Atlantide, sebbene assai impoveriti e in parte travisati e incompresi, gli elementi fondamentali della sua civiltà sarebbero sopravvissuti e sarebbero stati trasmessi  e perpetuati dai discendenti della stirpe atlantidea nella lunga fase di decadenza seguita alla catastrofe che aveva distrutto la loro patria. Da questi elementi culturali e spirituali, scientifici e artistici diffusi dai discendenti di Atlantide avrebbero tratto origine, in modo diretto o indiretto, tutte le civiltà antiche di cui rimane una documentazione storica e archeologica, in particolare quelle fiorite intorno al Mar Mediterraneo e nel Vicino e Medio Oriente (ma pure nelle Americhe), e soprattutto quella egiziana, che sarebbe l’erede più diretta di Atlantide, e da essa avrebbe derivato quello che era il simbolo e la sintesi di tutto il suo sapere, vale a dire la piramide. Dunque, secondo Cayce, la costruzione della “Grande Piramide” risalirebbe ad un’epoca di gran lunga anteriore a quella comunemente accettata: sarebbe iniziata nel 10.500 a. C. e si sarebbe protratta per 100 anni.

Edgar Cayce fin da bambino aveva manifestato delle tendenze mistiche, aveva delle visioni ispirategli dalla lettura della Bibbia ed era dotato di singolari facoltà paranormali, tra le quali la più notevole era la seguente: quando si addormentava con la testa posata su un libro, egli riusciva a memorizzare senza alcuno sforzo il contenuto di quel libro durante il sonno: facoltà senza dubbio invidiabile per uno studente, quale era allora Cayce, e che gli fu di sicuro giovamento nella sua carriera scolastica. Queste doti paranormali andarono però via via affievolendosi, finchè si spensero del tutto alla fine della sua adolescenza.

All’età di 23 anni, avendo perso l’uso della voce a causa di una strana malattia, o forse di un trauma, per consiglio di un medico aveva iniziato delle sedute di ipnosi con la speranza di risolvere il suo problema -ed in effetti poi guarì-; fu in quella circostanza che scoprì, o riscoprì, di possedere delle qualità di veggenza, poichè durante le sedute ipnotiche egli riusciva a formulare delle diagnosi mediche corrette e approfondite, dapprima solo su sè stesso, e in seguito, quando la fama delle eccezionali facoltà di cui disponeva si diffuse, anche su altre persone che a lui si rivolgevano.

Fino a quel momento le rivelazioni in stato di ipnosi di Cayce, -di solito chiamate “letture” (“readings”), poichè egli “leggeva” nell’anima e nel corpo di coloro che lo avevano consultato-, riguardavano solo l’aspetto medico; ma un giorno un tipografo appassionato di metafisica gli chiese una “lettura” del suo oroscopo. Il veggente gli rivelò tra l’altro che nel passato egli era stato monaco. Questa rivelazione pose di fronte Cayce all’ipotesi della reicarnazione (o per meglio dire dello sviluppo delle entità spirituali attraverso più incarnazioni fisiche) ed in un primo tempo gli creò un conflitto con i principi cristiani tradizionali che egli aveva sempre professato. Ma poi, in seguito a profonde riflessioni e ad una rilettura della Bibbia alla luce dei principi reincarnazionistici, egli si convinse della fondamentale unità di tutte le grandi religioni del mondo ed ebbe una sublime visione della realtà spirituale dell’Universo. Fu così che Edgar Cayce effettuò da allora le sue “letture” non solo sul corpo fisico, ma pure, e anzi soprattutto, sullo spirito e sull’anima; egli poteva indicare alle persone che richiedevano il suo aiuto quali erano state le loro vite precedenti e come queste influenzavano la loro attuale esistenza. Con il trascorrere del tempo le rivelazioni che il veggente proferiva si ampliarono sempre più e riguardarono una vasta gamma di soggetti: dalle realtà metafisiche agli insegnamenti spirituali, dai principi di psicologia ai consigli destinati a migliorare le relazioni umane, sia tra individui, sia tra gruppi; fino a quelle,- per le quali è soprattutto noto-, che trattavano della creazione e dell’evoluzione dell’Universo e delle antiche civiltà scomparse. Tra queste ultime rientrano appunto le “letture” nelle quali narrò la storia di Atlantide e i segreti della civlità egizia.

Nelle sue visioni, Cayce afferma che la Grande Piramide fu edificata per essere una imperitura testimoninza delle conquiste degli uomini dai quali deriva la “razza originale” dei tempi attuali, nonchè un luogo di iniziazione dove i cercatori del vero potessere apprendere l’antica saggezza e le conoscenze inscritte nelle sue pietre. Secondo il veggente anche Giovanni Battista e Gesù di Nazareth ricevettero gli insegnamenti contenuti nella piramide prima di cominciare il loro ministero. Le “letture” aggiungono poi che la struttura della piramide fu ideata per riflettere gli eventi della storia umana connessi con le esperienze spirituali dell’uomo, o che avrebbero comunque inlfuenzato la sua evoluzione; e che “l’ascesa e la caduta delle nazioni dovevano essere descritte in questo stesso tempio”.

CONTINUA NELLA QUARTA PARTE

1) occorre precisare che esisteva anche una corrente del sionismo, che si rifaceva in particolare alle idee e alle proposte di Isaac Zangwill, che avrebbe accettato la costituzione di uno stato ebraico anche in luoghi diversi dalla Palestina, dove la nuova entità politica non sarebbe andata a rompere equilibri millenari e avrebbe creato quindi meno problemi, -in genere in territori poco popolati o semidesertici delle Americhe o dell’Australia-; ma tale soluzione fu respinta dalla maggior parte dei sionisti che insistevano per tornare nella “terra promessa”.

2) il che naturalmente non toglie che una buona parte della responsabilità del protrarsi, -e putroppo senza alcuna concreta prospettiva di un’equa risoluzione!- di questo stato permanete di conflitto tra le due parti sia da adebbitare alla dirigenza palestinese che non ha mai mostrato la disponibilità ad un indispensabile compromesso tra le ragioni degli uni e degli altri tra i contendenti. Questo ha fatto sì che non siano mai state colte nel passato le occasioni di concludere una pace vantaggiosa con gli Israeliani, occasioni che ora di certo non torneranno più, per cui si può considerare del tutto irrealistica la creazione di un vero stato palestinese indipendente.

3) come abbiamo accennato sopra, le alleanze erano variabili, nel senso che non tutti i paesi appartenti a uno schieramento avevano dichiarato guerra a tutti quelli dello schieramento avverso. La Francia, poi, che era stata occupata dalle truppe tedesche fin dal giugno 1940 e dove si era instaurato un governo collaborazionista alleato della Germania, fu considerata “potenza vincitrice” solo perchè gli Alleati riconobbero come legittimo il governo in esilio costituitosi nelle colonie francesi, pur se il governo francese metropolitano, sotto tutela tedesca, aveva aderito alle forze dell'”Asse”; in effetti è alquanto discutibile che una nazione che dopo pochi mesi di guerra si era arresa alla Germania e aveva espresso un governo filo-nazista sia stata posta alla pari con gli USA, l’URSS e la Gran Bretagna, ma è chiaro che essendo da secoli una “grande potenza”, pur non avendo alcun merito, non doveva essere esclusa dai nuovi assetti politici mondiali.

4) in diverse profezie di veggenti e mistici dell’800 e del 900, -tra i quali S. Gaspare del Bufalo (1786-1837), Maria Giulia Jehanny (1850-1941) ed Elena Aiello (1895-1961)-, si parla di “tre giorni di tenebra (o di buio)”, talvolta accompagnati da fenomeni meteorologici e geodinamici (tuoni, fulmini, terremoti, ecc.).

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