L’ENIGMA DELLA SFINGE (quarta parte)

Domingo mise a confronto il volto della statua di Chefren del Museo del Cairo con quello della Sfinge di Ghiza e, dopo aver eseguito disegni molto precisi e accurati di entrambi, concluse che le due statue raffiguravano individui diversi, “Se in futuro si troveranno prove inconfutabili che la Sfinge rappresenta Chefren, vorrà dire che chi ha ritratto il faraone era del tutto incapace”: così l’esperto dichiarò.compsfinge

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Confronto tra i lineamenti di Chefren e quelli della Sfinge.

Molti egittologi non presero nemmeno in considerazione l’opera di Frank Domingo e con molta supponenza non accordarono ad essa alcun valore, sostenendo che “l’arte egizia non è fotografia, ma realtà idealizzata”. Ma John A. West non si arrese davanti a questa chiusura del mondo accademico nei suoi confronti e pensò di percorrere allora un ‘altra strada per provare la validità della sua tesi: si prefisse quindi di dimostrare che l’erosione che aveva intaccato la grande statua non poteva essere stata provocata solo dal vento, ma soprattutto dall’acqua piovana. L’ultima pioggia abbondante in Egitto si era verificata poco dopo la fine dell’ultima era glaciale; per provare la sua teoria era indispensabile a West ottenere la collaborazione di un geologo di consolidata fama accademica e di indubbia autorevolezza che avvalorasse la sua opera.

Dopo una lunga ricerca, finalmente potè trovare in Robert Schoch, dell’Università di Boston, uno studioso di ampie vedute disposto ad ascoltarlo e a prendere in seria considerazione le sue teorie e le sue ricerche. Gli esami compiuti dal geologo confermarono, come abbiamo detto in precedenza, che il corpo della Sfinge e le pareti della fossa nella quale essa si trova mostravano i segni tipici dell’erosione causata dall’acqua. Scoprì inoltre che i templi accanto alla grande statua, pur essendo stati scolpiti in pietra del medesimo genere, non erano stati erosi in maniera così profonda; osservò pure che strati di roccia identica vicini erano stati alterati in misura alquanto modesta. Questo significa che la Sfinge era stata scolpita in diverse fasi e in varie epoche: le pietre squadrate e assemblate per prime erano rimaste esposte all’erosione della pioggia, quelle aggiunte per ultime all’azione del vento.

Allo scopo di sviluppare fino in fondo la sua teoria, West volle scoprire quando era stata scolpita la pietra intorno alla Sfinge: in tal modo avrebbe scoperto anche quando era iniziata la sua costruzione. Per questo coinvolse nelle sue ricerche Thomas L. Dobecki, un sismologo e geofisico di Houston; costui, analizzando le tracce di erosione dell’acqua sul terreno intorno alla statua, potè calcolare quando la roccia fu scolpita: infatti quanto più a lungo la superficie della pietra era rimasta esposta alle precipitazioni, tanto più in profondità aveva agito l’erosione da esse provocata. Avvalendosi delle vibrazioni, lo scienziato comprese che dovevano esservi una o più camere nell’interno della gigantesca statua.sphinx-door1-2001

Gli esperimenti di Dobecki e le osservazioni di Schoch dimostrarono che il corpo della Sfinge era stato scolpito in fasi distinte e che la parte anteriore del monumento, profondamente erosa, era più antica di circa 3000 anni rispetto alla parte posteriore. La conclusione di Schoch fu che il faraone Chefren, avendo trovato la Sfinge non ancora terminata, volle completarla e restaurarla insieme con i templi circostanti, facendo disporre lastroni di granito sopra la pietra calcarea. Data l’antichissima origine della Sfinge, si deve presumere che durante i secoli siano state eseguite diverse operazioni di restauro, delle quali alcune sono peraltro attestate con certezza: abbiamo già ricordato quella avvenuta ad opera del faraone Thutmosis IV, -che regnò dal 1401 al 1390 a. C.-, narrata nella “Stele del Sogno”; altre riparazioni importanti furono effettuate intorno al 1250 a.C. da Ramses II. il qual eresse in onore della Sfinge due steli ritrovate da G.B. Caviglia nella cappella davanti al monumento. Si sa inoltre che furono estratti numerosi blocchi di pietra da una cava non lontano da Ghiza per rafforzare il rivestimento delle zampe, opera che venne portata a termine solo in età romana. All’epoca di Adriano (imperatore di Roma dal 117 al 138) furono restaurate le mura che dovevano proteggere la Sfinge dalle tempeste di sabbia; mentre sotto l’impero di Marco Aurelio (161-180) fu rinnovato il rivestimento della pavimentazione del recinto. Da allora non si ebbero più altri significativi interventi di consolidamento o di restauro fino al XIX secolo e l’insigne monumento rimase abbandonato a sé stesso; sebbene non sia mai stato del tutto avvolto dall’oblio, perché la sua testa continuò  a spuntare tra le dune del deserto, quasi a chiedere la riscoperta della gloriosa civiltà che l’aveva creata.

La testa della Sfinge non è proporzionata al corpo, ma è più piccola di quanto dovrebbe essere: questo lascia pensare che il faraone abbia comandato di rimodellarla nello stile dell’epoca.

Ma le ricerche di Dobecki rivelarono un altro segreto: cinque metri sotto le zampe anteriori della Sfinge si aprivano diverse gallerie inesplorate ed un’ampia sala rettangolare. Questo ritrovamento parve confermare quanto aveva annunciato Edgar Cayce, il celebre “profeta dormiente” americano durante alcune delle sue visioni (o più esattamente “letture”); di questa singolare figura di veggente, che pronunciava le sue rivelazioni in stato di “trance” abbiamo già parlato nell’articolo sulla profezia della Grande Piramide, riferendo quanto egli aveva affermato sul messaggio profetico che sarebbe contenuto nelle gallerie della piramide di Cheope.

Cayce in una seduta avvenuta il 29 ottobre 1935 aveva esplorato con i suoi poteri di sensitivo le epoche antecedenti la storia dell’antico Egitto. Egli disse che i sopravvissuti al cataclisma cha aveva cancellato la civiltà di Atlantide erano emigrati in Egitto 10500 anni prima di Cristo ed avevano edificato la Sfinge e la Grande Piramide nel primo secolo dopo il loro arrivo. Il famoso sensitivo predisse pure che “un’antica sala contenente documenti storici di eccezionale importanza sarebbe stata scoperta là dove la linea dell’ombra e della luce cade tra le zampe della Sfinge”.; all’interno della sala si sarebbe trovata una grande biblioteca ricca di testi sulla storia, la civiltà e i misteri di Atlantide.

Con molta prudenza, data anche la sua illustre reputazione accademica, R. Schoch si è limitato a concludere la sua ricerca dichiarando che la Sfinge fu costruita non più di 8500 anni fa e non ha voluto addentrarsi in argomenti che esulassero dalle sue competenze di geologo. Non così J. A. West il quale ha affermato che a suo giudizio la Sfinge avrebbe un’età di almeno 12.000 anni.

Successive indagini condotte con il “georadar” negli anni 90 hanno individuato sotto la zampa destra della Sfinge una sorta di cavità, confermando le scoperte di Dobecki. E l’ingegnere acustico Tom Danley, mentre eseguiva una serie di studi usando la risonanza acustica sulle piramidi egli altri edifici che si ergono a Ghiza, scoprì una piccola apertura all’estremità posteriore della statua. Introdottosi in tale apertura, si imbattè in una biforcazione che da un lato scende per circa 3 metri e mezzo, dall’altro sale per il corpo della Sfinge e si ferma.

Tuttavia, negli ultimi anni anche gli egittologi più restìi ad accogliere nuove interpretazioni, pur rifiutando con pervicace ostinazione l’ipotesi di un’avanzata civiltà precedente a quella egizia, sono stati costretti ad ammettere di non riuscire a trovare una spiegazione plausibile ai risultati delle ricerche di Schoch che si possa armonizzare con la cronologia da essi ritenuta tuttora valida e ad opporre a tali risultati argomenti davvero solidi. Inoltre sono rimasti senza risposta gli interrogativi più importanti: chi ha voluto e costruito la Sfinge e a quale scopo? Un cospicuo numero di ricercatori, -tra i quali Colin Wilson Graham Hancock e Robert Bauval, tutti scrittori assai conosciuti, specie l’ultimo autore de “Il segreto di Orione”-, credono che collocare l’età di costruzione della Sfinge molto prima del regno di Chefren sia di per sé una prova che sia stata creata da una grande civiltà scomparsa; e come non pensare alla favolosa civiltà della perduta Atlantide?

Anche West condivise tale ipotesi e per questo nel 1993 ebbe un memorabile scontro con il dottor Zahi Hawass, direttore generale delle antichità egiziane – e ben noto anche in Italia per le sue numerose apparizioni televisive in molti documentari sull’antico Egitto-, che proibì a West e ai suoi collaboratori ulteriori ricerche nella pianura di Ghiza. In seguito però si verificò uno strano cambiamento nella posizione delle autorità egiziane: infatti nell’aprile 1996 il miliardario americano Joseph Schor, rappresentante dell’Associazione per le Ricerche ed il Progresso Morale (un’organizzazione che si propone di diffondere gli insegnamenti di Edgar Cayce), ha avuto il permesso di continuare le ricerche sulla Sfinge.

Il "ka" -le due braccia sollevate- sulla testa di un defunto.
Il “ka” -le due braccia sollevate- sulla testa di un defunto.

E lo stesso Zahi Hawass in un’intervista rilasciata nel 2001 affermò che esistevano davvero dei tunnel sotterranei a Ghiza, in particolare una struttura segreta sotto la coda della Sfinge che penetra per 15 metri nell’interno del monumento. In seguito lo stesso Hawass in altra lunga intervista dichiarò di aver accertato in via definitiva la presenza di 4 gallerie nel corpo della Sfinge e di averne iniziato la perlustrazione: “Il primo corridoio si trova dietro la stele (la “Stele del Sogno”) tra le zampe anteriori della “Guardiana di Ghiza”; il secondo è dietro la testa, scavato nella roccia del corpo per quasi 5 metri; un terzo trovasi sul lato nord (alla destra di chi guardi il volto della statua),-l’esistenza di questo tunnel era stata già ipotizzata osservando le foto scattate durante le operazioni di restauro condotte da Baraize negli anni 20, che mostrano degli operai in atto di rimuovere sabbia da un tunnel-. La quarta galleria, di recente individuazione, è sita presso la coda ed avrebbe una profondità di ben 15 metri”. Tuttavia l’insigne archeologo ha sempre confermato la sua incredulità circa l’esistenza della favolosa “Sala delle Testimonianze” -o “Sala dei Documenti”-, della quale aveva parlato E. Cayce nelle sue rivelazioni, e che dovrebbe contenere inoppugnabili documenti e reperti relativi ad Atlantide.

Hept-Supht, il primo dei guardiani della Sala segreta.
Hept-Supht, il primo dei guardiani della Sala segreta.

Questa sala, secondo quanto dichiarato dal “Profeta Dormiente” durante le sue “letture”, sarebbe una vera arca di saggezza, che conterrebbe, oltre alla documentazione di tutta la storia di Atlantide dai suoi primordi fino alla distruzione finale, tutti gli insegnamenti della Legge dell’Universo. Cayce profetizzò che un giorno si entrerà nella “Sala delle Testimonianze” da camere comunicanti che si trovano nella zampa destra della Sfinge (quelle scoperte durante le ultime ricerche?); si presume che si tratti della zampa anteriore, ma le rivelazioni del profeta non lo specificano in modo chiaro. Le “letture” dicono inoltre che la misteriosa sala non  potrà essere aperta finchè la maggior parte degli umani non avrà ricevuto la necessaria preparazione all’evento e non avrà raggiunto un adeguato grado di elevazione spirituale, con il conseguente crollo delle motivazioni materiali ed egoistiche che attualmente guidano il divenire umano. Inoltre solo i tre individui che in tempi remotissimi avevano sigillato questa camera ed i cui nomi, sempre stando alla rivelazione di Cayce, sono: Hept-Supht. El-Ka ed Atlan (1), avranno il permesso e la possibilità di riaprirla. “Essi ricompariranno -queste sono le testuali parole del sensitivo- perché nella Sala delle Testimonianze non si può entrare senza comprensione e coloro che furono lasciati come guardiani lasceranno passare solo quanti abbiano vissuto un periodo di rigenerazione sul Monte, o quando inizierà la “quinta razza” originale”:

Il "ba" (anima) e il "sheut" (ombra). due degli element costiutive dell'uomo
Il “ba” (anima) e il “sheut” (ombra). due degli elementi costitutivi dell’uomo secondo gli Egizi.

Il “monte” che intende Cayce è il “Monte degli Ulivi”, il luogo dove Gesù ascese al cielo e che viene talora indicato come il posto del suo ritorno, -ovvero la “Parusia”-: da questo si può dedurre che l’apertura della “Sala delle Testimonianze” dovrebbe avvenire dopo che un evento non meglio specificato avrà avuto luogo sul Monte degli Ulivi”. Quanto ai tre individui menzionati con i loro nomi atlantidei, si può pensare che le loro anime si incarneranno sul piano terreno con la missione di spalancare le porte della conoscenza all’umanità rigenerata e durante la loro vita giungeranno alla piena comprensione del sublime compito che dovranno portare a termine. E quando il tempo debito sarà giunto, essi si reincontreranno nel momento stabilito per riaprire la misteriosa camera ermeticamente sigillata da loro stessi tante migliaia di anni fa.

Tuttavia, prima che Hept-Supht, El-Ka e Atlan entrino nel sotterraneo, essi dovranno rendere inoffensive le forze occulte lasciate sul posto per proteggere la Sala delle Testimonianze; inoltre, dovranno contrastare pure altre forze negative, che cercheranno di ostacolare i loro sforzi, preferendo che l’umanità non venga mai a conoscenza delle verità contenute nei documenti riposti della sala celata nelle cavità della Sfinge. Ma per fortuna i tre guardiani non saranno lasciati soli a compiere questa impresa, che potrebbe rivelarsi oltremodo difficile.

Questi tre strani individui sembrano potersi accostare per certi aspetti ai “Tre che verranno dall’Est” di cui si parla in una profezia tramandata presso la tribù dei Pellerossa Hopi dell’America del Nord: in effetti anche quest’ultima fa riferimento a tra persone, la più importante delle quali è detta il “Vero Fratello Bianco”, che giungeranno dall’Est portando con sé tavole di pietra contenenti enigmatiche rivelazioni. Potrebbero essere le medesime persone che stanno a guardia della “Sala delle Testimonianze” secondo le visoni di Cayce? Potrebbero le tavole di pietra della profezia Hopi essere identificate con i documenti che dovrebbero essere celati nella grande sala sotto la Sfinge di Ghiza? Secondo alcune ipotesi, il messaggio della profezia Hopi potrebbe essere stato trasmesso agli antenati dei membri di quella tribù da alcuni degli Atlantidei naufragati nel Nord America dopo la fine della loro patria, mentre un’altra parte dei superstiti del cataclisma aveva dato inizio alla civiltà egizia.

Nella “lettura” di Cayce sopra citata viene menzionata l’espressione “razza originale”: vi si asserisce infatti  che non sarà possibile entrare nella mistica sala prima della comparsa della “quinta razza originale”. Dal complesso delle teorie antropologiche, -oltre che ontologiche, teologiche e cosmologiche- che emerge dalle numerose rivelazioni del celebre profeta, -e che nelle grandi linee rientrano nell’ambito delle dottrine della teosofia e dell’antroposofia-, sappiamo che per Cayce la “quarta razza originale” è quella che corrisponde all’attuale fase di sviluppo dell’umanità, durante la quale fu acquisito il corpo fisico, detto “corpo adamitico”. Le prime tre razze originali corrispondono rispettivamente alla formazione dello spirito, del “corpo di luce” e della “forma-pensiero”. Poiché la specie umana attuale è la quarta razza originale, la comparsa della quinta razza dovrà significare un cambiamento essenziale nel genere umano; è possibile che questo mutamento si riferisca allo sviluppo di una percezione multisensoriale ed ultra- o extra-sensoriale e alle trasformazioni nel campo cognitivo che tali trasformazioni comporteranno.

Si è ipotizzato che una delle date indicate nella linea cronologica espressa dal percorso interno della piramide di Cheope (vedi l’articolo sulla profezia della Grande Piramide) corrisponda al momento in cui la Sala sarà scoperta. Visto che il 2012 è già arrivato, senza che, in apparenza, sia successo alcun evento grandioso ed epocale, si potrebbe ora pensare al 2020 come anno che segnerà una profonda trasformazione nel mondo. Ma  con una più attenta riflessione ci si potrebbe chiedere se gli avvenimenti che si stanno producendo negli ultimi mesi, forieri di gravi preoccupazioni e gravidi di minacce per l’intera umanità, e per l’intero mondo, non siano il segno che “qualcosa” è successo durante lo scorso anno e che abbia davvero avuto principio un nuovo corso nella storia del nostro pianeta, così come varie profezie preannunciavano.

Naturalmente non intendo certo affermare senza riserve la credibilità e l’attendibilità di questi messaggi profetici più o meno enigmatici e suscettibili di svariate interpretazioni; ma ritengo che sia sbagliato e presuntuoso anche rifiutare a priori e ridicolizzare il loro contenuto, poiché brandelli di verità possono essere presenti anche in essi, così come la “verità” totale, assoluta e indiscutibile non è prerogativa di alcuno.sphinx3-6

Le “letture” di E. Cayce proclamano in modo esplicito che la riapertura della “Sala delle Testimonianze” non potrà avvenire finchè non sia giunto il tempo destinato per il crollo delle vanità terrene e delle motivazioni egoistiche che hanno dominato il mondo finora. Resta da vedere se questo mutamento accadrà nei prossimi anni…O forse questi ultimi segneranno il culmine degli sviluppi storici che dovranno preparare il momento nel quale la mistica sala potrà essere aperta: allorché questo avverrà, tale ritrovamento sarà senza dubbio annunciato come la scoperta più straordinaria di tutti i tempi. In tale eventualità, non solo sarebbe provata l’esistenza di Atlantide, ma si potrebbe rinvenire una incontestabile testimonianza dell’arcana e più antica storia dell’umanità (se non proprio quella della discesa dell’anima nella materia). E così forse l’umanità potrà finalmente trovare una nuova risposta a molte domande che l’hanno sollecitata e tormentata per secoli; pur se tali domande, le fondamentali domande che ciascun individuo dotato di una coscienza elevata e di una mente penetrante si pone, non potranno mai avere una risposta indiscutibile e definitiva, perchè solo dentro di noi si può scoprire un barlume di verità (che non deve essere confusa con il dogma, con le presunte verità oggettive, assolute e indiscutibili, siano esse metafisiche o fisiche) che possa fare da guida nell’oscurità del mondo da cui siamo circondati ed oppressi.

Nell’attesa che i suoi segreti vengano svelati, la Sfinge continua a rimanere la sentinella silenziosa che vigilia impassibile nella piana di Ghiza, enigmatico simbolo delle domande che l’uomo pone a sé stesso in cerca di una risposta che illumini il suo cammino.

Note

1) di questi nomi il primo – Hept- Supht- suona prettamente egiziano; dalle ricerche da me svolte si potrebbe ipotizzare -ma non ne sono certo!- che significhi “Fonte della saggezza”. Il secondo El-Ka sembra un ibrido semitico-egiziano: infatti la prima parte del nome sembra quella del dio celeste supremo dei Semiti occidentali El, dio del cielo uranico e metafisico, identificato dagli Ebrei con Jahwe, sempre buono, a differenza di Baal, dio del cielo atmosferico, che è ambivalente: può essere il benefico dispensatore delle piogge fecondanti, ma anche il dio che scatena le tempeste e lancia i fulmini distruttivi, la seconda parte -Ka- è quella di uno dei costituenti sottili dell’uomo secondo la dottrina egiziana, e cioè l’energia vitale, raffigurato di solito come due braccia levate verso l’alto: El-Ka si potrebbe quindi tradurre come “energia divina”. Infine Atlan è chiaramente una variante di Atlas, il mitico fondatore di Atlantide, identificato con il titano Atlante, figlio di Giàpeto e di Climene, condannato da Zeus a sostenere la volta celeste; questo nome è costituito da un alfa privativo -A- + TLAS,-TLANTOS, participio aoristo del verbo TLENAI, che significa sopportare con sforzo, e dunque significa “colui che sostiene un immane sforzo senza grande fatica”.

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